Cosa potrà mai avere in comune un piatto di pasta con i contenuti di un sito?
Niente, apparentemente.
Ma l’altra sera, a cena, ho capito invece che anche fra argomenti così diversi esiste un legame.
Me lo ha fatto capire Valentina, mia figlia (ah, i bambini, che grande fonte di apprendimento!), con le sue evidenti difficoltà nel mangiare il piatto di penne al salmone che aveva davanti.
Non perchè non le piacesse la pietanza, tutt’altro!
Semplicemente, la piccina faceva fatica a infilare in bocca e masticare bene la pasta in formato intero.
E così, poco dopo, proprio per assecondare meglio la sua golosità, ha chiesto di farsi tagliare a metà le penne intere che ancora avanzavano nel piatto.
Ci si dovrebbe aspettare, a questo punto, che la bambina abbia iniziato a mangiare le mini pennette una per volta.
Nient’affatto! L’aspetto straordinario sta proprio nel fatto che, contrariamente a ciò che uno si potrebbe immaginare, Valentina ha continuato a prendere con la forchetta la stessa precedente quantità di pasta: una penna per volta ma tagliata a metà, in due pennette più piccole.
E’ lì che è nata la mia associazione (deformazione professionale!) con il modo in cui si presentano i testi sul web.
Contenuti e informazioni sono, in effetti, il cibo che dobbiamo masticare e digerire nel nostro navigare in rete.
Certamente, se “il piatto dei contenuti” (la sua forma, i suoi colori, le sue dimensioni) è invitante, è più facile che ci venga voglia di “mangiarlo”.
Non è vero che sul web la gente non ha voglia di leggere.
Semplicemente, è esigente e disposta a interessarsi più facilmente a quei contenuti che per qualità e forma di presentazione rendono più semplice e piacevole la lettura.
Per questo è così importante un utilizzo corrretto di titoli, sottotitoli, microparagrafi, colori, link e grassetti.
Perchè, in fondo, il successo di una pagina web è identico a quello di un buon piatto: servono, sì, ingredienti di qualità ma è il modo in cui vengono amalgamati fra loro che fa la differenza!