Un po’ di sere fa ho assistito ad uno spettacolo di danza – Italia, la mia Africa – proposto dalla Compagnia di Mvula Sungani.
Uno spettacolo autobiografico che, attraverso la storia di Elisa, una ragazza italiana di origine africana, ha messo in scena in maniera coinvolgente il tema dell’integrazione fra diverse etnie, mediante storie di immigrati ed emigranti.
Più che un semplice balletto, però, “Italia, la mia Africa” è stato uno spettacolo artistico in senso più ampio: sul palcoscenico, infatti, oltre ai ballerini si sono alternati musicisti e narratori, immagini e filmati.
Danza, musica e parole combinati insieme, cioè, nella forma di uno “spettacolo totale” capace di superare le barriere delle singole discipline per sublimarsi nell’unico linguaggio possibile: quello dell’arte.
E’ questa sensibilità artistica globale di Sungani che, più di tutto, ha attirato il mio interesse: presentare e vivere l’arte, cioè, come esperienza estetica in cui tutti i nostri sensi sono presenti al massimo.
Fare un parallelismo fra l’esperienza di questo spettacolo e le percezioni create da un sito web è stato breve: viaggiare dentro le pagine web non può forse trasformarsi in un’esperienza sensoriale gratificante e coinvolgente?
Anche creare un sito, d’altronde, richiede l’uso di più linguaggi assieme: testi, immagini, filmati, contributi sonori sono gli strumenti attraverso cui il sito cerca di interessare e comunicare, sollecitando i nostri sensi.
Quanto ci riesce? Ancora poco, viste le percentuali elevate di abbandono e i tempi di visita limitati.
Iniziare a pensare e progettare il lavoro su un sito come ad una piccola “opera d’arte multisensoriale” in cui diventa semplice e piacevole abbandonarsi alla navigazione può davvero fare la differenza.
Ma questo accadrà mano a mano che il sito web sarà inteso come un progetto globale in cui esperti in comunicazione, grafica e informatica sapranno dialogare bene insieme per creare un’esperienza univoca e condivisa di navigazione.