Il prossimo 5 settembre, a Palau, avrà inizio il Festival Isole che parlano, rassegna internazionale di “Musica, teatro e arti visive, fra tradizione popolare ed eterodissia“, giunto ormai alla XV edizione.
Pochi però sanno che Paolo Angeli, l’organizzatore, rappresenta uno degli esempi più brillanti di innovazione nel mondo della musica sarda, e non solo.
Paolo, infatti, oltre ad essere un eccezionale musicista, è anche l’inventore di una chitarra sarda “preparata” che suona con l’archetto (come se fosse un violoncello) e con i martelletti di un piano, manovrati con dei pedali.
La costruzione della chitarra è stata finanziata da Pat Metheny, che ne possiede il secondo esemplare.
Cosa possiamo imparare noi, come imprenditori, professionisti e manager impegnati nel mondo dell’organizzazione e dell’impresa in Sardegna?
In una intervista alla Nuova Sardegna, lo scorso 10 luglio, Paolo ha dichiarato che “l’insularità può essere vissuta come limite, ma io l’ho sempre vissuta come possibilità di andare. E non interpretandola come fuga, piuttosto come avventura. Lasciarsi alle spalle un mondo che conosci, in cui ti senti profondamente radicato e partire”.
Sempre nella stessa intervista, Paolo dichiara: “Mi son trovato come in mezzo a un guado, con la corrente che tirava in direzioni che mi apparivano distanti e divergenti. E, invece, si trattava semplicemente di conciliare stili, culture e passioni diverse”… che è il filo conduttore di “Isole che parlano”.
Per uno studioso della Programmazione Neuro Linguistica come me, appaiono evidenti tre importanti strategie messe in pratica dall’avventuroso musicista:
- Trasformare i limiti in opportunità
- Andare oltre le proprie abitudini, mettendosi in gioco anche in contesti diversi da quelli usuali
- Coniugare, unire gli opposti
Che dire… buona avventura, Paolo!!!